Un pò di storia
La storia di questo corno naturale di legno è assai lunga...
Dall'ampiezza dell'area di diffusione (dai Balcani ai Pirenei) si può intuire che il Corno delle Alpi -in virtù della grande portata della sua voce- venne usato fin da epoche remote dai pastori per segnalare pericoli imminenti da una montagna all’altra e come strumento di richiamo ( i famosi “ranz de vaches”).
Le prime testimonianze scritte risalgono addirittura al 2° secolo d.C.: ne fa riferimento lo storico romano Tacito come strumento caratteristico delle popolazioni germaniche nella sua opera "De origine et situ Germanorum" defininendolo cornu alpinum.
Un altro importante aiuto sulle origini di questo strumento ci viene fornito da un particolare di un mosaico di fattura romana del 2°-3° secolo d.C. ritrovato sulle Alpi svizzere (Bosceaz bei Orbe -VD) che rappresenta un viandante nell'atto di suonare un corno: va ricordato che sempre i romani utilizzavano oltre alle più famose Buccine, il Lituus , uno strumento in bronzo a forma di corno animale lungo circa un metro che potrebbe aver ispirato o influenzato le popolazioni alpine venute in contatto con le legioni romane...
In epoca medioevale lo ritroviamo infatti col nome di Lituum alpinum, mentre più tardi nel 1619, Michael Praetorius nella sua famosa opera "Syntagma musicum" lo definirà "Holzern trummet", cioè tromba di legno.
Il termine Alphorn viene utilizzato definitivamente dai primi anni del Settecento, epoca in cui assume anche la caratteristica lunghezza ("due volte quella di un uomo") con la campana rivolta verso l'alto.
Attualmente viene costruito e suonato soltanto in due aree alpine distinte, il Tirolo e la Svizzera centrale, dove è diventato lo strumento popolare nazionale.
Sul resto delle Alpi ed in particolare sul versante meridionale delle nostre montagne è purtroppo scomparso da molti anni, anche se è curioso notare come ancora oggi sulle Alpi Orobiche vengano costruiti piccoli corni in corteccia di castagno per eseguire brevi e semplici richiami!
Per quanto riguarda il rapporto del Corno delle Alpi con la musica "colta" va ricordato che in ambito sifonico viene utilizzato per la prima volta da Leopold Mozart (1719-1787) che lo volle come strumento solista in una sua “Sinfonia pastorella” datata 1755.
Senza dubbio affascinò i compositori che ebbero l’occasione d’ascoltarlo: vari riferimenti ai brevi e suggestivi “ranz de vaches”, si trovano in celebri composizioni di Beethoven , Webern, Rossini, Mayerbeer, Wagner e Berlioz.
Più recentemente l’Alphorn è stato riscoperto da numerosi compositori come Farkas, Isoz, Daetwiler, che hanno saputo esaltarne le doti evocative, ma l’omaggio più suggestivo offerto dai musicisti allo strumento delle montagne, rimane senza dubbio quello di J.Brahms.
Nel 1868 compose per il Corno delle Alpi, dopo averlo ascoltato durante un viaggio in Svizzera, una breve melodia: nove anni più tardi quella melodia risuonava nel celebre assolo affidato al corno che introduce il finale della prima sinfonia!
...e per finire non poteva mancare una citazione letteraria: un omaggio al suggestivo timbro dell'Alphorn ci viene offerto dal poeta romantico tedesco Justinus Kerner (1786-1862) :
Alphorn
Sento il suono del corno alpino
che mi richiama: da dove viene questo suono,
dalle foreste o dall'azzurro dei cieli?
Risuona dai monti,
o dalle valli cosparse di fiori?
Ovunque io vada, lo sento,
e con dolcezza mi tormenta.
Nell'ora del diletto, quando balliamo festosi,
così come nell'ora della solitudine,
risuona, e mai non tace,
risuona, profondo nel mio cuore.
Ancora non ho trovato il luogo
dal quale esso rieccheggia,
e il mio cuore non guarirà
finchè continua a suonare.
Ispirato da questa poesia Richard Strauss nel 1836 all'età di quattordici anni, scrisse il Trio "Alphorn" op. 15 n.3 per soprano, corno e pianoforte, anche se ascoltandolo viene da domandarsi se il giovane compositore avesse mai udito un vero Alphorn...
(Un ringraziamento particolare all'amico Valter Biella che ci ha fornito dell'ottimo materiale fotografico)
M. Praetorius, "Syntagma Musicum"
Mosaico romano ritrovato a Bosceaz bei Orbe VD
Lituus Romano lungo cm.74 ritrovato nei pressi dell'attuale Dusseldorf
Suonatore di corno in corteccia. Questa fotografia, scattata nel 1989 dall'etnomusicologo bergamasco Valter Biella, è tratta dal suo libro "Legno, corteccia e canna" edito dal Sistema Bibliotecario Urbano Bergamo. La tradizione di suonare corni in corteccia al venerdì santo resiste ancora sulle Alpi orobie e Marittime.
Dettaglio del piccolo corno costruito in corteccia di castagno.
Manoscritto di J. Brahms